Asti, breve viaggio alle radici
Il villaggio destinato a diventare l’attuale Asti fu fondato con ogni probabilità dal Liguri Statielli.
Poi arrivarono i Galli, gli Unni e, tra il 134 e il 125 a.C., i Romani. Più tardi fu la volta dei Longobardi che vi costituirono un Ducato, quindi dei Franchi.
Al 1095 risale la nascita del libero Comune, uno dei primi. E per Asti fu l’inizio dell’epoca più gloriosa della sua storia, caratterizzata da una forte espansione territoriale ed economica, favorita dall’alleanza con l’imperatore Federico Barbarossa. Verso la fine del XIII secolo Asti era ormai ricca e fiorente, una delle città più importanti dell’attuale Piemonte, crocevia di traffici importanti, tra i porti liguri e le fiere di Francia e Paesi Bassi, dove i banchieri astesi portavano le loro merci e aprivano le loro “casane”. Nella seconda metà del XIV secolo, l’inizio del declino e il passaggio sotto il dominio di Gian Galeazzo Visconti, che nel 1387 assegnò Asti e le sue terre in dote alla figlia Valentina, andata in sposa a Luigi d’Orleans. La Città passò poi nel 1531 in eredità ai Savoia, e nei secoli successivi fu coinvolta nelle guerre per la successione del Monferrato, di Spagna (1703) e d’Austria (1745). Dopo la pace di Acquisgrana (1748) visse un lungo periodo di tranquillità, fin verso la fine del secolo. Nel 1797, proprio durante la campagna napoleonica in Italia, visse l’esperienza della Repubblica Astese (27 luglio 1797),proclamata da un gruppo di cittadini che si ispiravano a principi giacobini, che ebbe vita brevissima e fu soffocata nel sangue.
Inserita da Napoleone nel Departement de Marengo, con il ritorno del Piemonte ai Savoia fu capoluogo del Circondario inserito nella Provincia di Alessandria. Nel 1935, la nascita dell’attuale provincia, disegnata quasi come un grappolo d’uva.
Poi gli anni della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza. Una pagina di storia che grazie al sacrificio di molti sui figli valse alla Provincia di Asti la Medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana.
Non è semplice oggi definire Asti e le sue Terre. Non è una città grande ma con i sui 75 mila abitanti è il quarto capoluogo del Piemonte. Il territorio del suo comune è vasto quanto quello di Milano, e la città e tutti i suoi borghi, chiamati “ventine”, lasciano molto spazio al verde e all’agricoltura.
E’ una città di antica tradizione commerciale e bancaria. I suoi mercanti e banchieri erano presenti sulle principali piazze d’Europa. Città di transito era ricca di osterie e locande, fiere e mercati. A testimoniare quell’antica predisposizione all’accoglienza, ancora oggi vi sono due mercati settimanali, il mercoledì e il sabato, che durano tutto il giorno. E naturalmente, Asti accoglie sempre più viaggiatori curiosi di scoprire le sue terre: i cibi della tradizione piemontese e i grandi vini delle colline del Monferrato e delle Langhe. Ci sono ristoranti celebrati nelle guide turistiche internazionali e locali semplici, ma validi ed accoglienti. Cantine, enoteche pubbliche e private, botteghe del vino che offrono al turista vini di grande prestigio, ma anche prodotto di piccoli produttori. La qualità è sempre garantita!